Catherine Deshayes

Capitolo IX, "Les Arcanes"

"Avvertiva la pulsione libera e primitiva della sua ascendenza bretone dentro di sé. Prima di addormentarsi, udiva sempre gli echi sussurranti di smeraldo della foresta di Brocéliande, gli alberi incantati coperti di muschio e il rumore delle ali di stormi di uccelli in volo contro i cieli azzurri. Aveva visitato soltanto una volta Rennes, per recarsi con sua madre dalla sorella, ma ricordava ancora la sensazione di caldo crepitio che le indolenziva le mani e gli avambracci mentre attraversava sotto il sole a piedi le lande profumate di vento e oceano; i suoi occhi conservavano ancora intatta l'immagine rustica dei piccoli villaggi con i mulini ad acqua e delle maree che scolpivano la fisionomia delle scogliere. E una volta giunte lì, aveva avuto la sorpresa di realizzare che sua zia Agathe era l'unica della sua famiglia ad averla capita fino in fondo.

«Tu sei come me, Catherine» le aveva detto una sera, mentre le serviva la zuppa riscaldata davanti alle fiamme del camino. «Scorre in te la linfa del buhez gwezenn, dell'Albero della Vita. Vedi le Origini, ma non devi temerle. I nostri antenati, gli dèi e la magia antica ti proteggono. Non abbandonare mai i loro sentieri.»"